domenica 31 luglio 2011

Metodi di propagazione

I metodi per iniziare a creare i propri bonsai sono vari, tutto dipende dalla pazienza che si ha e dai risultati che si vogliono ottenere.
La Semina
Il primo metodo è quello più classico, cioè la semina. La procedura è semplice, basta riempire un vasetto per ¾ della sua altezza con terriccio formato da torba e perlite, in modo da essere soffice e drenante, posizionare i semi distanziandoli l'uno dall'altro di qualche centimetro, ricoprirli con altro terriccio per un'altezza pari a circa due volte lo spessore dei semi e bagnare con molta delicatezza per evitare di spostare il terriccio e mettere a nudo i semi.
Un consiglio, per facilitare la germinazione mettete i semi in un sacchetto di plastica, va benissimo uno di quelli per congelare gli alimenti, preventivamente riempito di sabbia di fiume umida e riponete in frigorifero per circa 4 settimane, questo perchè alcuni semi sono ricoperti da un tegumento legnoso e senza questo trattamento farebbero fatica a germinare.



Semi di pino germinati da qualche giorno


La Talea
Un altro metodo di propagazione è la talea, questo metodo consiste nel prelevare dei tranci di rametti ed interrarli per farli radicare. Si tagliano dunque dei rametti lunghi circa 10 centimetri dalla pianta “madre”, ai quali si lasciano al massimo 4 foglioline e dopo aver cosparso con ormone radicante in polvere la parte da interrare si dispongono le talee nel vaso precedentemente riempito con terriccio inumidito, formato da torba e perlite. Per facilitare il processo di radicazione conviene coprire le talee con un foglio di plastica trasparente per diminuire la traspirazione.


 Esempio del procedimento



Applicazione di ormone radicante


Posizionamento delle talee in vaso


La Margotta
Questo metodo consiste nell'asportazione di un anello di corteccia da un ramo e successivamente, dopo aver cosparso, con ormone radicante in polvere, la parte di corteccia vicina all'anello asportato, si procede foderando la parte con dello sfagno umido e chiudendo lo stesso con un foglio di plastica. Questo metodo consente di selezionare dei rami che per conformazione e dimensione possono essere considerati come tronchi di bonsai.



Esempio di margotta


La Raccolta in natura
Questo è certamente il metodo più antico, basti pensare ai primi pen-tsai agli albori dell'arte bonsai. Bisogna fare lunghe passeggiate nella natura ed essere buoni osservatori e con un po' di fortuna si possono trovare delle piante, bonsaisticamente parlando, di alto potenziale. In genere sono piante che sono cresciute in situazioni ambientali particolari, spesso ai limiti della sopravvivenza, per cui hanno dei tronchi corti, tozzi e contorti, e questo è quanto basta agli appassionati bonsaisti, alla chioma si pensera dopo l'attecchimento in vaso.
Il procedimento è semplice, bisogna scavare attorno al tronco ad una distanza di circa 20 centimetri dallo stesso e per una profondità di almeno trenta centimetri avvicinandosi man mano al centro, una volta prelevata la pianta ridurre al massimo la chioma presente per ridurre la traspirazione e facilitare l'attecchimento.




Un ultima cosa per prelevare una pianta in natura bisogna chiedere il permesso al proprietario del terreno dove si trova la pianta, in caso di terreno demaniale bisogna rivolgersi alle autorità competenti.

Alcuni esempi di piante ricavate con questi metodi:



 Pini. Da seme



 Ficus. Talea



Bagolaro. Margotta



Olivastro. Prelevato in natura

sabato 30 luglio 2011

L'alto livello del bonsaismo in Sicilia

Per far capire il livello di preparazione dei bonsaisti siciliani  eccovi alcune foto di esemplari in mostra a Roccavaldina (ME) due anni fa.



Olivastro



 

Bouganvillea




Quercia




Bagolaro


 

Olivastro




Pino a cinque aghi




Olivastro




Olivastro  


 

Pino Nero




Rosmarino




Pino a cinque aghi




Olivastro




Pino d'aleppo




Pino a cinque aghi




Pino Nero

A proposito di stili.

Come accennato nel post briciole di storia, la pratica bonsai è stata codificata nel tempo, dando origine ai diversi stili di bonsai in base alla loro forma e alle proporzioni.
I principali stili sono: Chokkan o eretto formale con tronco dritto e chioma a palchi; Bankan o eretto informale con tronco curvilineo e chioma a palchi; Han-Kengai o semicascata con tronco molto inclinato e chioma a palchi; Kengai o a cascata con tronco ricadente verso il basso e chioma a palchi; Shakan con tronco obliquo; Hokidachi o a scopa rovesciata con tronco dritto e chioma ombrelliforme; Sekijoju con le radici che avvolgono la roccia e affondano nella terra; Bunjingi o litterati con tronco sottile, obliquo e molto alto privo di fronde salvo che in cima; Sokan o con tronco doppio; Yose o di gruppo, in genere rappresentano delle piccole foreste ed in genere il numero degli alberi è dispari.




In tutti gli stili la forma geometrica ricercata è il triangolo, ovviamente un triangolo virtuale che può riguardare solo la chioma o l'intero albero. Come si è detto il bonsai in quanto albero rappresenta per la cultura orientale il collegamento tra la terra e il cielo e quindi tra Dio, la terra e l'uomo. Tre elementi rappresentati geometricamente dal triangolo.
Chokan




Takichi



 Han-Kengai



 Kengai


 Shakan



Hokidachi


Sekijoju


Bunjingi



Sokan


Yose

venerdì 29 luglio 2011

Bonsai club in Sicilia

L'attività bonsaistica in Sicilia è molto florida, in tanti si sono appassionati al bonsai negli ultimi 30 anni. Certo all'inizio credo sia stata molto dura per i pionieri di quest'arte, anche per la difficoltà di reperire materiale informativo o l'attrezzatura necessaria. Io personalmente ho cominciato tra la fine degli anni '80 e l'inizio dei '90 e forse perchè vivevo in un piccolo paesino ho sofferto le stesse difficoltà. Ma come si sa "la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie" e cosi gli appassionati hanno cominciato a riunirsi per risolvere questo ed altri tipi di problemi oltre che per scambiarsi esperienze e consigli. Come per ogni altro campo all'inizio ci si riunisce tra amici, poi i gruppi si allargano fino a formare veri e propri club, con tanto di tessere, riunioni cadenzate, dimostrazioni su piante pre-impostate, mostre e quant'altro. Di seguito alcuni link di bonsai club siciliani. 
http://www.bonsaiclubmessina.com/ ; http://www.bonsaiclubconteadimodica.it/ ; http://www.vittoriabonsaiclub.com/ ;http://digilander.libero.it/bonsaiclubpalermo/index.htm/

domenica 24 luglio 2011

Le dimensioni contano?

Qual'è la taglia giusta per un bonsai? Beh tutto dipende dalla propria valutazione, dal proprio gusto per la miniaturizzazione e dallo spazio disponibile dove custodire le proprie piante.
I bonsai più piccoli vengono chiamati "Mame", cioè che si tiene sul palmo della mano ed in genere vanno dai 5 ai 15 cm, per i Giapponesi "Shohin"; poi ci sono i bonsai che vanno dai 15 ai 60 cm, i più diffusi, almeno commercialmente, che vengono detti  a due mani; ed infine i bonsai che vanno dai 60 ai 120 cm, detti a quattro mani perchè per trasportarli occorono due persone, in giapponese "Omono".
Tutti i bonsai, a prescindere dalla loro dimensione, possono essere più o meno vecchi ed hanno bisogno di cure ed attenzioni in relazione alla loro taglia ed età, le tecniche colturali sono pressochè le stesse per tutti, ovviamente in relazione alla specie della pianta.

Briciole di storia



L'arte del bonsai nasce in Cina nel III° secolo a.C. all'epoca Tsin. I primi bonsai, all'epoca p'en-tsai erano di fatto degli alberi prelevati in natura e posti tali e quali in contenitori decorati. E' nel XII° secolo sotto la dinastia dei Song del Sud, che appare, a forza di lavori e variazioni, il bonsai cosi come lo conosciamo oggi. Sono dello stesso periodo i primi riferimenti bonsai in Giappone, nel periodo di Kamakura. E' famoso un rotolo del monaco buddista Honen, risalente al XII° secolo, sul quale sono raffigurati dei bonsai.
In Giappone l'arte del bonsai affina le sue tecniche e codifica le regole generali secondo le quali si realizza un bonsai.
In Europa il bonsai compare per la prima volta nel XIX° secolo grazie a dei viaggiatori che tornati dall'oriente ne diffusero la moda dell'arte attraverso delle pubblicazioni intitolate <<giapponeserie>>. E' tra le due guerre che un fiorista francese, André Bauman, importò dal Giappone degli esemplari di bonsai per soddisfare le richieste di alcuni appassionati delle arti orientali.
Oggi il bonsai è conosciuto in tutto il mondo e ovunque sono nate associazioni dove gli appassionati si incontrano per scambiarsi esperienze e piante. Tutti cercano di utilizzare piante tipiche del proprio Paese per realizzare i propri bonsai.

Cos'è un Bonsai

Il bonsai è un albero in miniatura coltivato in vaso. La parola Bon-Sai significa appunto Albero in Vaso. La coltivazione dei bonsai può essere considerata una forma d'arte. Ma essendo l'albero una forma vivente e quindi suscettibile di cambiamento, l'opera d'arte non può mai essere considerata finita. L'albero interagisce con l'uomo a seconda dei trattamenti che riceve. Ecco perchè può diventare perfezione della natura e l'uomo un artista creatore.
Nella filosofia orientale, l'albero stabilisce un legame fra la terra e il cielo, acquisendo quindi un fattore spirituale. In Cina e in Giappone anche i giardini sono soggetti alle stesse cure che ricevono i bonsai, nella ricerca dell'equilibrio che rinnova l'armonia della natura.